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Chi è Sixtema
Sixtema Spa fa parte delle società del Gruppo Tinexta ed è controllata all’80% da InfoCert, la più Grande Certification Authority d’Europa e al 20% da CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e delle Piccola e Media Impresa. Sixtema produce e sviluppa soluzioni
CNA Nazionale – Chi siamo
CNA AGROALIMENTARE è tra le più autorevoli Associazioni di Rappresentanza delle Aziende Artigiane e delle Piccole e Medie Imprese del Settore Alimentare Italiano con 33 mila imprese associate. CNA AGROALIMENTARE è presente sul territorio nel Sistema CNA con 963 Uffici
LA LEGISLAZIONE ALIMENTARE
I principi della legislazione alimentare e ruolo di CNA AGROALIMENTARE dal punto di vista della FOOD LAW, diritto alimentare, tutti gli operatori del settore agroalimentare sono definiti Operatori del Settore Alimentare ( OSA), a prescindere dalla sezione economica a cui appartengono con pari obblighi rispetto alle
Contenuti informativi
Rappresentanza
Grano tenero, grano duro e mais aumentati a causa del conflitto
Autore: Rotini Gabriele Data:
10/03/2022
CNA Nazionale Agroalimentare
L’escalation degli ultimi giorni al confine ucraino, culminata con l’invasione avvenuta il 24 febbraio, ha innescato ulteriori tensioni sui prezzi di tutte le materie prime comprese quelle agricole, sia come diretto riflesso del ruolo dell’Ucraina e della Russia nelle forniture globali di grano e mais, sia indirettamente come risposta dei mercati all’instabilità politica e alle incertezze conseguenti agli effetti delle sanzioni. In un tale contesto di incertezza, trovano ampia diffusione fenomeni speculativi. In questo scenario, l’Italia sconta una strutturale dipendenza delle forniture estere di frumento duro, tenero e mais, con un tasso di autoapprovvigionamento rispettivamente pari a circa il 60% per il grano duro, 35% per il tenero e 53% per il mais, che espone particolarmente il nostro Paese alle turbolenze dei mercati internazionali. Rimanendo in ambito agricolo ma esulando dai prodotti prettamente agroalimentari è da sottolineare la rilevanza della Russia nella produzione ed esportazione dei fertilizzanti. La Russia, infatti, è il primo esportatore a livello globale di fertilizzanti con 6,1 miliardi di euro nel 2020 (13% del totale export mondiale). L’Italia, tuttavia, è un mercato di destinazione della Russia poco rilevante, posizionandosi in quarantottesima posizione tra gli acquirenti, con poco più di 24 milioni di euro acquistati nel 2020 (il 5% circa degli acquisti nazionali di fertilizzanti nel 2020). Scambi Commerciali Con riferimento ai paesi direttamente interessati dal conflitto in atto, o riconducibili politicamente o geograficamente all’orbita russa, l’incidenza delle loro importazioni di prodotti agroalimentari sugli scambi mondiali supera di poco il 3%, di cui la quota preponderante (2%) è da ricondurre alla sola Russia. Poco più rilevante è il peso complessivo nell’export di prodotti agroalimentari mondiali, pari al 3,7%. Anche in questo caso, il 2% è riconducibile alla sola Russia. le esportazioni agroalimentari dell'Ucraina verso la Ue-27 sono state pari a 5,4 miliardi di euro nel 2020, facendo del mercato comunitario - con una quota del 28% - una delle principali destinazioni delle derrate provenienti da Kiev. L'Italia si posiziona al decimo posto tra gli acquirenti del Paese dell'ex blocco sovietico per un fatturato di 496 milioni di euro pari al 3% dell'export agroalimentare ucraino, in flessione del 19% su base annua. Circa il 50% del valore di prodotti agroalimentari esportato dall’Ucraina in Italia è rappresentato dall’olio grezzo di girasole che, rispetto al totale olio di girasole importato dall’Italia costituisce una quota pari a oltre il 60%; L’Italia ha infatti importato, nel 2020, circa 405 mln di euro complessivi di olio di girasole di cui 250 mln euro dall’Ucraina. Mentre sul versante dell'import dell'Ucraina, l'Italia è il secondo fornitore di prodotti agroalimentari, dopo la Polonia, con una quota del 7% pari a 415 milioni di euro, sempre nel 2020. Nel 2020, il nostro Paese ha spedito a Mosca cibi e bevande per un controvalore complessivo di 908 milioni di euro, di cui la fetta più consistente è rappresentata dai vini confezionati e spumanti per quasi 300 milioni di euro e dal caffè (90 milioni). l’Italia risulta solo al trentatreesimo posto tra i clienti della Russia, Paese da cui importiamo principalmente prodotti destinati all’alimentazione animale come panelli di estrazione dell’olio di girasole, piselli secchi, polpe di barbabietole, oltre a semi di lino e frumento tenero – che rappresenta l’8% del valore di frumento tenero importato dall’Italia nel 2020 pari a 10 milioni di euro – e frumento duro – che rappresenta poco più dell’1% del valore di frumento duro importato dall’Italia nel 2020 pari a 805 milioni di euro Dopo l’embargo scattato all’indomani dell’annessione della Crimea, le importazioni russe di prodotti, materie prime e generi alimentari provenienti da Stati Uniti d'America, Unione Europea, Canada, Australia e Norvegia hanno subito una violenta battuta d’arresto e ancora non raggiungono i livelli antecedenti il 2014. I vini italiani sono stati finora risparmiati dalle restrizioni commerciali varate da Mosca, mentre più colpita è stata l’ortofrutta. Frumento duro Analizzando i fondamentali del mercato, emerge una situazione di squilibrio tra domanda e offerta di frumento duro determinata dal calo della produzione mondiale, nel 2021, del 9,1% rispetto al 2020 e dall’assottigliamento delle scorte globali (-24,5%). All’origine della riduzione produttiva, è stato il crollo di quasi il 60% dei raccolti in Canada, a causa dell’eccezionale siccità che ha colpito una vasta area del paese. Il Canada è infatti passato dai 6,6 milioni di tonnellate di grano duro prodotte nel 2020 ai 2,7 milioni di tonnellate nel 2021, praticamente dimezzando la sua quota sul mercato (dal 18% del 2020 all’attuale 9%). L’Italia è il secondo produttore al mondo di grano duro, ma anche il primo consumatore e importatore mondiale, per soddisfare il grande fabbisogno dell’industria pastaria nazionale. In base alle rilevazioni Ismea, i prezzi nazionali all’origine del frumento duro hanno continuato a crescere in maniera costante e continuativa a partire dal 2020 fino a raggiungere, a febbraio, come media delle prime tre settimane, una quotazione mai vista prima: 529,96 €/ ton, superiore alla quotazione massima registrata durante la precedente crisi dei prezzi a cavallo tra il 2007 e il 2008 (494,15 €/ton registrate a febbraio 2008). Si tratta comunque di un mercato che non vede come attori fondamentali alcuno dei paesi direttamente coinvolti o, comunque, vicini all’area interessata dal conflitto o politicamente nell’orbita di Mosca, al netto dei circa 10 milioni di euro in controvalore esportati dalla Russia verso il nostro Paese. Su questo fronte, le prospettive dipenderanno sostanzialmente da ciò che accadrà con il prossimo raccolto sia in Italia sia negli altri paesi produttori, Canada in primis. Frumento tenero Il mercato mondiale del frumento è costituito per il 95% dal frumento tenero, prodotto maggiormente esposto ai fenomeni di natura speculativa essendo quotato sui mercati internazionali dei futures che in termini di dimensioni economiche è pari a 25 volte quello del frumento duro. In considerazione del suo ruolo guida sui mercati globali, le sue dinamiche di prezzo condizionano inevitabilmente anche il frumento duro. Il mercato attualmente appare molto instabile; lo scorso 25 febbraio 2022, alla Borsa merci di Chicago, la quotazione del grano tenero in consegna a marzo è salito di quasi 17 €/ton in un giorno e 44 €/ton in soli 4 giorni; mentre gli scambi a luglio 2022 sono quotati su livelli leggermente inferiori. Le quotazioni, sempre in consegna a marzo, del giorno successivo 26 febbraio 2022 sono scese di 28 €/ton su base giornaliera e quelle del 28 febbraio hanno lievemente recuperato di 2,5 €/ton. In Italia in base alle rilevazioni Ismea che ancora non considerano l’ultima settimana di febbraio, la quotazione più alta risale a dicembre 2021 con 325,63 € /ton, valore comunque mai toccato prima nella serie storica di Ismea che parte da gennaio 1993. Nelle prime tre settimane di febbraio il prezzo si è attestato invece mediamente a 316,85 € /ton. In questo caso, tuttavia, sia la Russia che l’Ucraina hanno un certo ruolo nella produzione mondiale (14% che diventa 16% del totale mondiale se si considera anche il Kazakistan). Per quanto riguarda la fornitura dell’Italia di frumento tenero, si tratta comunque di un ruolo marginale, configurandosi l’Ucraina come settimo fornitore con una quota pari al 5% in volume e in valore dell'import totale nazionale, un volume che, tra gennaio e ottobre 2021, si è più che dimezzato (a 107 mila tonnellate). Meno rilevante è il ruolo della Russia che rappresenta l’1% del valore di frumento importato dall’Italia nel 2020 pari a circa 10 milioni di euro Mais Per quanto riguarda il mais, l’offerta mondiale risulta in crescita, nel 2021, del 6% rispetto al 2020, unitamente al livello degli stock (+1,3%) ma è la domanda cinese, oltre ai generalizzati problemi di logistica e dei relativi costi, che sta inducendo tensioni sui mercati interazionali con relativi incrementi dei prezzi. Secondo le quotazioni dello scorso 25 febbraio alla Borsa merci di Chicago, il listino del mais di marzo è balzato di ulteriori 4,4 €/ton rispetto al 24 febbraio (+1,8%), accumulando un incremento complessivo di quasi 16 euro negli ultimi 4 giorni. Anche per il mais, gli scambi a luglio 2022 sono quotati su livelli leggermente inferiori. Anche in questo caso, nel successivo 26 febbraio, le quotazioni a marzo sono scese di 13 €/ton su giorno precedente, mentre quelle del 28 febbraio hanno recuperato poco più di 2 €/ton retto la precedente quotazione. In Italia, i listini di mais hanno registrato una decisa tendenza al rialzo a partire da ottobre 2020, raggiungendo il picco nelle prime tre settimane di febbraio, con 281,54 €/ton valore mai rilevato da Ismea neanche nelle fasi più acute delle crisi dei prezzi tra il 2007 e il 2008 quando si raggiunse il valore massimo di 236,48 €/ton. Con riferimento all’area interessata dal conflitto e, all’Ucraina in particolare, è da segnalare che questo paese è il nostro secondo fornitore dopo l'Ungheria, con una quota di poco superiore al 20% sia in volume che in valore. Una situazione, questa, che suscita qualche preoccupazione vista la consistente riduzione della produzione interna di mais (-30% negli ultimi 10 anni) e la ormai strutturale dipendenza degli allevamenti dal prodotto di provenienza estera (tasso autoapprovvigionamento italiano pari al 53% contro il 79% nel 2011). Aumento della spesa per famiglie e imprese le quotazioni di grano tenero sono "a livelli mai visti prima d'ora e le prime conseguenze potrebbero ricadere presto su consumatori. il costo della pasta potrebbe superare il 10%, percentuale che si aggiunge all'aumento del 10% avvenuto a fine dello scorso anno. Le quotazioni del grano sono balzate del 5,7% nella sola giornata del 24 febbraio, subito dopo l'attacco della Russia all'Ucraina, raggiungendo il valore massimo da 9 anni a 9.34 dollari a bushel. Oltre all’aumento dei prezzi dell’energia elettrica, del gas, del carburante, le imprese del settore si trovano ad affrontare l’aumento del prezzo delle farine (fino +38% per quelle di grano tenero e a +100% per quelle di grano duro ), Il rischio è di dipendere dall’estero anche per i generi alimentari di prima necessità, con la Cina che avrà nel primo semestre dell'anno accaparrato il 70% della produzione globale di mais, il 60% di riso ed il 50% di grano” Gli aumenti subiti dall’energia aumentata anche del 300%, ai film plastici, cartone, vetro, imballaggi in genere per circa il 25% in più, migliaia di artigiani e piccole imprese della filiera agroalimentare italiana rischiano la chiusura. Un rincaro "vertiginoso" del grano, che rappresenta, il 60% del costo di produzione della pasta. Prezzo del pane un chilo di pane dal fornaio costa in media 3,1 euro. Cosi ripartito su scala nazionale dai 4,2 euro del pane a Milano ai 2,63 euro di Roma e ai 2,95 euro di Palermo. Incidono ovviamente tanti fattori - poco gli altri ingredienti come lievito, sale e acqua, molto di più il costo del personale, dell'energia, dell'ammortamento degli impianti e del trasporto. Effetti speculativi e GDO Da ultimo segnaliamo due fenomeni che acuiscono una situazione già di per se fortemente preoccupante: le speculazioni su prodotti che scompaiono improvvisamente dal mercato come l’olio di girasole. Il conflitto attuale non può giustificare una mancanza di prodotto immediata, come se non venissero fatte le scorte come per ogni bene commerciale. Per le imprese che lavorano per la Grande Distribuzione Organizzata siamo invece al paradosso, nel senso che non vengono riconosciuti aumenti alle imprese, quindi nessun adeguamento all’aumento dei prezzi del grano, del petrolio, dell’energia per cui le imprese subiscono un doppio danno
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AIFO – l’Associazione Italiana Frantoiani Oleari si è affiliata alla CNA Nazionale
Autore: Rotini Gabriele Data:
09/03/2022
CNA Nazionale Agroalimentare
AIFO – l’Associazione Italiana Frantoiani Oleari si è affiliata alla CNA Nazionale Alla Presenza del Direttore Armando Prunecchi della Divisione Organizzazione e Sviluppo del Sistema e, del Presidente dell’AIFO Elia Pellegrino, si è proceduto alla firma della domanda di affiliazione. Da oggi quindi AIFO fa parte del Sistema CNA e collaborerà strettamente con CNA Agroalimentare. AIFO Nasce nel 1996 con l’obiettivo di tutelare e difendere gli interessi dell’ “azienda frantoio”, asse centrale del Made in Italy della filiera dell’olio extra vergine di oliva. Nel 2010 A.I.F.O. si è unificata con il F.O.R. (Frantoi Oleari Riuniti) divenendo l’associazione più rappresentativa del settore. A.I.F.O. è un’associazione al servizio dell’impresa artigiana olearia. Promuove l’olio extra vergine dalle olive, la sua produzione artigianale, la ricerca della qualità e la tutela dell’ambiente. L’A.I.F.O. promuove l’alleanza con gli agricoltori e con i consumatori per un mercato trasparente e per la difesa della salute dei cittadini Diverse sono le questioni che AIFO insieme alla CNA intenderanno affrontare come la qualifica professionale, cioè un ruolo riconosciuto del frantoiano; il premio INAIL, la formazione e il contributo alla Stazione Sperimentale per le industrie degli oli e dei grassi. La Presidente Nazionale CNA Agroalimentare Francesca Petrini, esprime la propria soddisfazione per l’affiliazione di AIFO, non solo in quanto frantoiana anche lei, ma per il valore che viene dato alle produzioni alimentari di eccellenza italiane, quale quella dell’olio di oliva e per il proficuo rapporto che si potrà instaurare tra mondo della trasformazione alimentare e agricoltura
Vai al ContenutoDolciari e panificatori
SIGEP 2022 FIERA RIMINI DAL 12 AL 16 MARZO -
Autore: Rotini Gabriele Data:
08/03/2022
CNA Nazionale Agroalimentare
Come CNA Agroalimentare siamo particolarmente contenti che il SIGEP possa svolgersi finalmente in presenza. In soli due anni il mondo è cambiato, ciò che era un’eccezione è diventato normalità. Tutti invece abbiamo bisogno di ritornare alla normalità, al contatto, alla presenza. Le imprese più che mai, che oltre alle restrizioni anti covid, stanno subendo l’aumento delle materie prime e dell’energia, e con gli scenari di guerra siamo entrati nell’incertezza più completa. https://www.sigep.it/sigep/info/sigep-2022 Per il settore dolciario, gelaterie pasticcerie, cioccolaterie e della panificazione il SIGEP è la vetrina più importante non solo in Italia ma a livello internazionale. Per questo siamo felici di esserci. Dopo due anni d’attesa, la manifestazione di Italian Exhibition Group dedicata alle filiere del fuori casa dolce sta per aprire i battenti, alla Fiera di Rimini dal 12 al 16 marzo, inaugurando una nuova stagione di business, in primis per il gelato artigianale. Macchinari, ingredienti, tecniche, maestri gelatieri saranno tutti insieme i protagonisti del Sigep 2022, universalmente riconosciuto come punto di riferimento per l’intera community. La grande attesa per l’appuntamento riminese è testimoniata da imprenditori e maestri gelatieri. SPAZIO ISTITUZIONALE CNA Agroalimentare sarà presente con un proprio spazio istituzionale al Padiglione B3 STAND 060. SPAZIO MUSEO Sempre nel pad. B3 organizzeremo anche uno spazio “museale” dove grazie al contributo di Paolo Conti titolare della COMACO e Presidente CNA Piana Fiorentina, e di Giulia Biagioli Presidente CNA Agroalimentare Firenze, verranno esposte delle macchine storiche per la produzione del gelato. SPAZIO EVENTI Ci sarà anche uno spazio “eventi”, che ospiterà alcuni rappresentanti del Consorzio del Cioccolato di Modica IGP, del Cacao del Gabon, del Cacao dell’Ecuador, del Cacao del Peru, del World Cocoa Selection, della Piadina Romagnola IGP. Ci sarà anche la partecipazione della Chef Carla di Casa Artusi Scuola di Alta Formazione Culinaria, che proporrà piatti gourmand a base di cioccolato, cioccolato di Modica IGP e Piadina IGP, CONVEGNO · Lunedì 14 Marzo 2022 alle ore 14.00 alla Sala Diotallevi - Hall Sud Organizzeremo il convegno “L’aumento del costo delle materie prime nella filiera “pane-pasta”: scenari e prospettive europee nella produzione e acquisto del grano BIGLIETTI INGRESSO OMAGGIO Come CNA Agroalimentare abbiamo già inviato dei biglietti ingresso omaggio per tutta la durata della fiera. Per riceverlo è’ sufficiente inviare una richiesta a agroalimentare@cna.it con la propria mail.
Vai al ContenutoCommercio Import/export Commercio online
Crisi Ucraina e scambi agroalimentari
Autore: Rotini Gabriele Data:
01/03/2022
CNA Nazionale Agroalimentare
In un contesto già contrassegnato da forti rialzi dei prezzi dell’energia e delle materie prime, le tensioni al confine ucraino rischiano di apportare ulteriori elementi di incertezza in relazione al ruolo dell’Ucraina negli scambi agroalimentari con l’Ue-27 e, in particolare, con l’Italia. Complessivamente, secondo le elaborazioni Ismea su dati COMTRADE (data base ITC), le esportazioni agroalimentari dell’Ucraina verso la Ue-27 sono state pari a 5,4 miliardi di euro nel 2020, facendo del mercato comunitario - con una quota del 28% - una delle principali destinazioni delle derrate provenienti da Kiev. In tale contesto, l’Italia si posiziona al decimo posto tra gli acquirenti del Paese dell’ex blocco sovietico per un fatturato di 496 milioni di euro pari al 3% dell’export agroalimentare ucraino, in flessione del 19% su base annua. Mentre sul versante dell’import dell’Ucraina, l’Italia è il secondo fornitore di prodotti agroalimentari, dopo la Polonia, con una quota del 7% pari a 415 milioni di euro, sempre nel 2020. Il nostro Paese acquista dall’Ucraina soprattutto oli grezzi di girasole, mais e frumento tenero. Relativamente al mais, è da segnalare che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore dopo l’Ungheria, con una quota di poco superiore al 20% sia in volume che in valore. Una situazione, questa, che suscita qualche preoccupazione vista la consistente riduzione della produzione interna di mais (-30% negli ultimi 10 anni) e la ormai strutturale dipendenza degli allevamenti dal prodotto di provenienza estera (tasso autoapprovvigionamento italiano pari al 53% contro il 79% nel 2011). Va sottolineato anche che nei primi dieci mesi del 2021, le importazioni complessive italiane di mais si sono ridotte in volume del 13% annuo, per un totale di circa 4 milioni di tonnellate, con una flessione del 15% per quello di provenienza ucraina (466 mila tonnellate). Più marginale il ruolo dell’Ucraina per il frumento tenero, altro prodotto per il quale l’Italia è fortemente deficitaria, che si configura come sesto fornitore con una quota pari al 5% in volume e in valore dell’import totale nazionale. Tra gennaio e ottobre 2021, anche le importazioni complessive nazionali di frumento tenero si sono ridotte del 4% circa su base annua (a 3,6 milioni di tonnellate), mentre le richieste dall’Ucraina si sono più che dimezzate (a 107 mila tonnellate). Tali temi saranno affrontati al prossimo SIGEP il 14 marzo dove abbiamo organizzato un convegno al quale parteciperà l’Europarlamentare On. De Castro, la GD AGRI della Commissione Europea e alcune associazioni dei panificatori della Germania e della Francia. A breve riceverete l’invito
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Fondo perduto e credito di imposta imprese turistiche: necessaria l'iscrizione come operatore turistico
Autore: Rotini Gabriele Data:
01/03/2022
CNA Nazionale Agroalimentare
Il comma 1 dell’articolo 2 dell’avviso prevede che il contributo a fondo perduto e il credito d’imposta “sono riconoscibili alle imprese alberghiere, alle strutture che svolgono attività agrituristica, come definita dalla legge 20 febbraio 2006, n. 96, e dalle pertinenti norme regionali, alle strutture ricettive all'aria aperta, nonché alle imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, ivi compresi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici, i parchi tematici, inclusi i parchi acquatici e faunistici”. Si domandava se: una impresa in possesso di codice Ateco riconducibile alle attività del comparto turistico attribuito come “non prevalente” può presentare domanda per il riconoscimento dell’incentivo? Un’attività ricettiva con annesso ristorante aperto al pubblico, può essere ammessa agli incentivi? Per essere ammesso al riconoscimento degli incentivi è necessaria l’iscrizione nel registro delle imprese commerciali come operatore turistico. L’attività di ristorazione anche se aperta non soltanto agli ospiti della struttura ricettiva deve essere complementare e integrata alla attività ricettiva che pertanto deve assumere carattere professionale, principale e prevalente. Pertanto, laddove l’attività di ristorazione sia prevalente rispetto all’attività ricettiva, ovvero laddove l’attività di ristorazione sia svolta in modo non integrato alla struttura ricettiva, la stessa non può essere oggetto delle agevolazioni della misura in questione. In data 17 febbraio 2022 il Ministero del Turismo pubblica un elenco di FAQ (scarica qui il file) relative a modalità applicative per l'erogazione del credito di imposta e del contributo a fondo perduto per le imprese turistico/ricettive (art. 1, D.L. N. 152/2021) In particolare, il documento contiene risposte a ben 30 domande relative a dubbi sulle modalità per richiedere le agevolazioni, i requisiti nonché l'elenco delle spese ammissibili. Già con avviso di ieri 16 febbraio lo stesso Ministero del Turismo comunicava le date utili per l'inoltro delle domande per via telematica ai fini dell'ottenimento delle suddette agevoalzioni. In particolare, ai sensi dell’art. 6, comma 1, dell’Avviso pubblico del 23 dicembre 2021, le date di avvio dell’operatività ed accessibilità della piattaforma informatica sono le seguenti: a partire dal giorno 21/02/2022 sul sito di Invitalia (al link che verrà comunicato in seguito) sarà possibile accedere alla sezione informativa dell’incentivo e scaricare il facsimile della domanda, la guida alla sua compilazione e la modulistica degli allegati; a partire dalle ore 12:00 del 28/02/2022 sul sito di Invitalia (al link che verrà comunicato in seguito) sarà possibile accedere alla piattaforma per compilare il format online, caricare gli allegati ed effettuare l’invio della domanda. A titolo esemplificativo si riportano un chiarimento contenuto nell'elenco delle FAQ. In particolare, ai sensi dell’art. 6, comma 1, dell’Avviso Pubblico del 23 dicembre 2021, si comunicano le date di avvio dell’operatività ed accessibilità della piattaforma informatica: a partire dal giorno 21/02/2022 sul sito di Invitalia (al link che verrà comunicato in seguito) sarà possibile accedere alla sezione informativa dell’incentivo e scaricare il facsimile della domanda, la guida alla sua compilazione e la modulistica degli allegati; a partire dalle ore 12:00 del 28/02/2022 sul sito di Invitalia (al link che verrà comunicato in seguito) sarà possibile accedere alla piattaforma per compilare il format online, caricare gli allegati ed effettuare l’invio della domanda Ricordiamo che si tratta delle istanza per il riconoscimento del fondo perduto e del credito di imposta per le imprese del settore turistico previsti dall'art 1 del DL n 152/2021, le imprese interessate potranno presentare apposita domanda secondo quanto stabilito nell'avviso del Ministero pubblicato in data 23 dicembre 2021.
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Contributi per imprese del wedding: le regole per la distribuzione delle risorse
Autore: Rotini Gabriele Data:
01/03/2022
CNA Nazionale Agroalimentare
60 ML di contributi per imprese operanti nei settori: «wedding», intrattenimento, organizzazione di cerimonie e dell'Hotellerie: condizioni e regole del Decreto MISE In data 19 febbraio 2022 viene pubblicato in GU n. 42 il decreto MISE del 30 dicembre 2021 recante "Criteri e modalità per l'erogazione di contributi alle imprese operanti nei settori del «wedding», dell'intrattenimento e dell'organizzazione di cerimonie e dell'Hotellerie-Restaurant-Catering (HORECA)". MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO link diretto DECRETO 30 dicembre 2021 Criteri e modalità per l'erogazione di contributi alle imprese operanti nei settori del «wedding», dell'intrattenimento e dell'organizzazione di cerimonie e dell'Hotellerie-Restaurant-Catering (HORECA). Si tratta di una misura prevista dal Decreto sostegni bis a sostegno delle imprese del settore. Per la concessione degli aiuti sono disponibili le risorse finanziarie stanziate dall'art. 1-ter del decreto-legge 25 maggio 2021, pari a euro 60.000.000,00 (sessanta milioni) per l'anno 2021: a) una quota pari a euro 40.000.000 (quaranta milioni) e' destinata al settore del «wedding»; b) una quota pari a euro 10.000.000,00 (dieci milioni) e' destinata al settore, diverso dal «wedding», dell'intrattenimento e dell'organizzazione di feste e cerimonie; c) una quota pari a euro 10.000.000,00 (dieci milioni) e' destinata alle imprese operanti nel settore dell'HO.RE.CA A chi spetta il Fondo perduto settore wedding e intrattenimento: Possono beneficiare degli aiuti le imprese operanti nei settori del «wedding», dell'intrattenimento, dell'organizzazione di feste e cerimonie e del settore dell'HO.RE.CA., che si trovano in entrambe le seguenti condizioni: a) nell'anno 2020, hanno subito una riduzione del fatturato non inferiore al 30% rispetto al fatturato del 2019. Ai fini della quantificazione del fatturato, rilevano i ricavi di cui all'art. 85, comma 1, lettere a) e b), del TUIR, relativi ai periodi d'imposta 2019 e 2020. Per le imprese costituite nel corso dell'anno 2019, la riduzione del fatturato, nella medesima misura è rapportata al periodo di attività del 2019 decorrente dalla data di costituzione e iscrizione nel registro delle imprese, prendendo in considerazione il fatturato registrato nel predetto periodo e il fatturato registrato nel corrispondente periodo del 2020, secondo quanto specificato con il provvedimento che verrà emanato. b) hanno registrato, nel periodo d'imposta 2020, un peggioramento del risultato economico d'esercizio in misura pari o superiore alla percentuale definita con il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze adottato ai sensi dell'art. 1, comma 19, del decreto-legge 25 maggio 2021. I beneficiari sono le imprese con i codici ateco indicati nelle tabelle A, B, C allegate al decreto: TABELLA A CODICI ATECO 2007 - SETTORE "WEDDING" Parte di provvedimento in formato grafico TABELLA B CODICI ATECO 2007 - SETTORE "INTRATTENIMENTO, ORGANIZZAZIONE DI FESTE E CERIMONIE" Parte di provvedimento in formato grafico TABELLA C CODICI ATECO 2007 - SETTORE "HOTELLERIE-RESTAURANT-CATERING (HO.RE.CA.)" Parte di provvedimento in formato grafico Le imprese di cui sopra alla data di presentazione dell'istanza devono inoltre: risultare regolarmente costituite, iscritte e «attive» nel registro delle imprese; operare nei settori suddetti svolgendo, quale attività prevalente, come comunicata con modello AA7/AA9 all'Agenzia delle entrate ai sensi dell'art. 35 del decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 1972, n. 633, una delle attività individuate nell'allegato 1 secondo quanto di seguito indicato: «wedding»: attività riferita ai codici indicati nella Tabella A, a condizione che l'ammontare dei ricavi del periodo d'imposta 2019 dell'impresa richiedente sia generato, in misura almeno pari al 30 (trenta) per cento, da prodotti o servizi inerenti a matrimoni, feste e cerimonie; «intrattenimento e organizzazione di feste e cerimonie»: attività riferita ai codici indicati nella Tabella B; «HO.RE.CA.»: attività riferita ai codici indicati nella Tabella C; avere sede legale o operativa ubicata sul territorio nazionale; non essere in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatorie; non essere già in difficoltà al 31 dicembre 2019, come da definizione stabilita dall'art. 2, punto 18, del regolamento di esenzione. Fondo perduto settore wedding e intrattenimento: presenta la domanda Per ottenere il contributo le imprese interessate presentano, esclusivamente in via telematica, un'istanza all'Agenzia delle entrate con l'indicazione della sussistenza dei requisiti. Ogni impresa interessata può presentare una sola istanza di accesso al contributo e può essere presentata, per conto dell'impresa interessata, anche da un intermediario delegato al servizio del cassetto fiscale dell'Agenzia delle entrate. Le modalità di effettuazione dell'istanza, il suo contenuto informativo, i termini di presentazione della stessa e ogni altro elemento necessario all'attuazione dell' intervento sono definiti con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate, da adottare entro sessanta giorni dalla pubblicazione del presente decreto
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